Ecco un bell articolo che ho letto con piacere che copio e incollo: “Napoli va vista e va visto cosa succede”: così scrive, in un articolo apparso sul New York Times, Seth Kugel, giornalista che racconta i suoi viaggi in giro per il mondo nella rubrica “Frugal traveler” e che ha voluto “toccare con mano” che significa vivere a Napoli, attratto paradossalmente proprio dagli stereotipi negativi e dalle continue notizie sull’emergenza rifiuti e sulla micro e macro delinquenza. Kugel è sbarcato a Napoli per vedere con i propri occhi sia il paradiso che l’inferno della tanto discussa metropoli di Pulcinella. Il risultato è un reportage sensazionale dalla città partenopea, fatto di continue scoperte e di grande ammirazione per un luogo definito meraviglioso. Il viaggio a Napoli dell’inviato del New York Times è intriso di storia, arte, cultura e bellezze che Napoli offre ancora oggi, nonostante le piaghe della spazzatura, della criminalità e dell’assenza di un piano di valorizzazione dei monumenti e di accoglienza del flusso turistico. Nel “riconoscimento” d’oltreoceano del New York Times ci sono, tra gli altri, il Museo di Capodimonte, l’esoterica e misteriosa Cappella Sansevero, il Cristo Velato, i pastori di San Gregorio Armeno, il Museo Archeologico, oltre agli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano ed un salto a Procida e a Capri. Un capitolo a parte, inoltre, è dedicato alla gastronomia partenopea con l’elogio di pizza, babà e sfogliatelle ed una puntatina nelle storiche “Trattoria Nennella” e “Pizzeria Starita”. Dopo il soggiorno a Napoli, il giornalista del New York Times parte in treno per Nizza lasciando intendere che Napoli gli ha provocato emozioni vere e forti e che gli resterà nel cuore, per tanti motivi, a cominciare proprio dall’alternanza di cose belle e cose brutte viste in città.

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