Ecco la mia ricerchina per i meandri di Google…

Vi è mai capitato di parlare..far una domanda a qualcuno e dover cercar la risposta nel suo volto?..Ecco che in questi casi.. quando son obbligata a girarmi..a guardare se l’interlocutore muove il capo, la bocca, il sopraciglio in segno di assenso o meno..in quei casi mi verrebbe da martellargli il ginocchio come un tempo si vocifera fece Michelangelo..Ecco il percorso mentale che mi ha portato a far la ricerchina personale che voglio condividere…;)

Secondo una leggenda Michelangelo colpì violentemente questo ginocchio con un martello. Un gesto di rabbia che nasceva dall’esasperazione verso una statua così perfetta ma muta…alla statua non mancava che la parola per essere viva.
Parliamo del Mosè, della piccola chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, colossale monolito marmoreo, la cui perfezione dei muscoli e la naturale espressione umana colsero l’autore in una spontanea e profonda emozione…
l’artista lo definì “La tragedia della mia vita”..gli dedicò quasi quarant’anni di lavoro, rivedendo almeno tre volte il progetto…

Ciò detto..qualora decidessi di frantumare il ginocchietto a “qualcuno”….lo deve prender per un onore….un complimento…