Casertavecchia (frazione di Caserta, a 10 km di distanza) è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini, dichiarato Monumento nazionale per le sue caratteristiche artistiche e  per la sua storia.

Offre una bella vista fino al golfo di Napoli, numerosi ristoranti e, nelle prime settimane di settembre, si anima degli spettacoli del “Settembre al Borgo”.

Casertavecchia è la denominazione che assunse la città medioevale, quando si consolidò, ad inizio del 1800, la nuova Caserta..Spopolatasi fin dal XVI secolo, ha conservato l’aspetto di un borgo medioevale, stretto intorno alla piazza del vescovado sulla quale domina la Cattedrale, insigne esempio d’architettura composita arabo-normanna. Sovrastano il borgo le rovine dell’antico castello con il mastio ancora intatto.

La storia

Casa Hirta, poi Caserta ed oggi Casertavecchia, nell’VIII secolo fu una rocca dei Longobardi.  Nell’anno 879 fu data a Pandolfo di Capua, che ne fu il primo conte.  Nel secolo successivo gli abitanti della pianura, sotto la minaccia dei saraceni, cercarono protezione dall’irta rocca, con conseguente sviluppo della popolazione e della vita urbana e, dopo la distruzione delle cittadine di Suessola e di Calatia, anche la sede vescovile si trasferì a Casa Hirta. Nel 1062 fu occupata da Riccardo I, conte di Aversa, e divenne normanna. La Cattedrale è la forte testimonianza di questo periodo.
Passò quindi agli Svevi e il conte di Caserta, Riccardo Di Lauro, fu consigliere e fiduciario di Federico II.  La città fu quindi angioina e poi aragonese (1442), dominazione, quest’ultima, che segnò l’inizio della decadenza della città. Il conte Giulio Antonio Acquaviva nel XVI secolo trasferì la residenza comitale nel piano, nel villaggio Torre (l’attuale Caserta), ed ai primi del secolo XVII anche la residenza episcopale fu trasferita nel piano. La costruzione della Reggia di Caserta, iniziata nel 1752 per volontà di Carlo III di Borbone, e l’abbandono nel 1842 della stessa Cattedrale, trasformata in parrocchia, suggellò la decadenza della vecchia Caserta.
Durante la battaglia del Volturno (1 e 2 ottobre 1860) fu occupata dai borbonici, che furono poi respinti dai garibaldini.

La visita a Caserta vecchia

Il borgo di Casertavecchia è meta di interesse turistico per via del Duomo, del campanile, dei resti del castello e delle strade dell’intero borgo che ricordano lo splendore di un tempo che fu.

La piccola Cappella di san Rocco, con portico ad un solo pilastro, accoglie con semplicità i visitatori, che spesso la degnano solo di uno sguardo distratto. Essa, come testimonia una piccola lapide alla sinistra dell’ingresso, è lì da almeno quattrocento anni per impetrare dal Santo protezione dalla peste, sempre allora in agguato. Nell’interno vi sono affreschi del 1600 e del 1700.
Da questo luogo parte anche l’itinerario per visitare i piccoli borghi di Sommana, Pozzovetere e Casola che, con Casertavecchia, formano il Quartiere di Casertavecchia. Dalla Cappella di san Rocco si attraversa in salita la pineta e si arriva al Castello, sulla destra, e sullo slargo da cui si ha bella vista sulla pianura, con sullo sfondo il Vesuvio, il mare e le isole campane.

Lo slargo termina con la Porta della Torre, che segna l’accesso alla città, da cui si prosegue per Via dell’Annunziata che, innestandosi con Via san Michele Arcangelo oltre la Cattedrale, forma con essa l’asse principale della città molto suggestivo da vedere.

Via dell’Annunziata prende il nome dal Complesso monumentale dell’Annunziata subito all’inizio della strada. Ad esso segue il lato destro della Cattedrale, da cui si ha una bella visione del tiburio in pietra dolce a due colori, ottogonale, ad archi intrecciati: è un meraviglioso prodotto dell’arte siculo-campana.

Passando poi sotto i grandi archi del campanile, ci si immette nella scenografica Piazza Vescovado, su cui prospettano la Cattedrale con la torre campanaria, il Vescovado ed il Seminario.

Casertavecchia – La piazza della Cattedrale foto Emilio Di Donato

La facciata della Cattedrale (XII secolo) presenta figure di animali simbolici; le finestre e le porte sono messe in risalto da cornici di marmo bianco.

L’interno è a tre navate, maestoso, con lapidi e sepolcri di Vescovi, Conti e signori.

Parti di antichi mosaici ricoprono il pulpito e il pavimento dell’altare maggiore. A sinistra dell’altare  è murata la pietra tombale (1310) del vescovo Azzone su cui è incisa la città di Caserta con chiese e torri racchiuse da mura.
Lungo la via san Michele A. s’incontra la “casa delle bifore”, esempio di dimora gentilizia del  XV secolo.

La casa delle bifore – foto Lorenzo Di Donato

Se si ha a disposizione un po’ di tempo, si consiglia di completare la visita del borgo antico percorrendo a caso, lentamente, la via san.Michele Arcangelo e le altre strade del borgo per gustare il fascino della sua rusticità, il silenzio in cui esso è immerso, quanto rimane ancora leggibile delle architetture originarie, i portali in pietra o tufo, alcuni dei quali con incisioni di date e nomi, forse dei proprietari succedutisi nel tempo.
Ancora più affascinante è la visita durante le ore notturne.

Il castello di Casertavecchia

I resti del castello consentono di leggere agevolmente parte della cinta muraria e le torri quadrangolari a difesa del castello il cui cortile ellittico ha l’asse maggiore nella direzione sud-nord.Ad est del cortile vi sono alcuni ambienti con volte a crociera, oggetti di un restauro eseguito tra il 1987 ed il 1988. Sulla facciata una bella bifora della sala del primo livello.Il grosso mastio circolare, dalla base in pietra, è da attribuire al periodo svevo: esso era privo di porte e vi si accedeva dal castello attraverso un ponte levatoio aereo. Il mastio è tra i maggiori d’Europa.
Il castello, descritto diruto alla morte del conte Diego Della Ratta, molto probabilmente fu restaurato dal figlio Francesco se questi dal castello riuscì, nel 1348, a respingere due assedi di re Ludovico.
Oggi, durante “Il Settembre al Borgo”, nel cortile del castello si svolgono spettacoli teatrali e musicali.

Complesso monumentale dell’Annunziata

E’costituito dall’Ospedale (che era nei locali dell’edificio all’inizio di Via dell’Annunziata) e dall’Oratorio, attualmente chiesa dell’Annunziata.
L’ospedale nacque come istituzione di beneficenza capace di assicurare aiuto ai poveri, agli ammalati ed ai bambini abbandonati. Annesso all’Ospedale c’era il Monte dei maritaggi che dava la dote alle fanciulle della città  che fossero virtuose, povere e senza genitori. Fu abolito nel 1776 ed aggregato all’Ospedale della Congrega di Santa Maria.di Loreto di Caserta
La Chiesa dell’Annunziata è in stile gotico, con bel rosone e tre monofore ogivali. Essa ha, all’interno, un’unica navata con grandi monofore e arco trionfale affrescato. Godibile la facciata, preceduta da un portico del ‘700 in cui si apre un ricco portale di marmo, e il campanile a tre piani.

Consiglio: Il centro storico è chiuso alle macchine, quindi parcheggiate in uno dei numerosi parcheggi ai piedi del borgo.

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