Trasformare i coffeeshop in cannabisclub, questa la nuova proposta di Wernard Bruining, fondatore nel 2006 del partito olandese dei verdi (“Groene Partij Nederland”). Nei Paesi Bassi è scattato l’allarme coffeeshop, in cui si sta infiltrando sempre più la criminalità organizzata. Infatti ne sono stati chiusi ben 40 nella sola Amsterdam. Il motivo è che non si attenevano alle regole; gli olandesi sono permissivi e lasciano libertà sino a che si rispettano le leggi. Quando vengono trasgredite intervengono con estrema severità. Così è avvenuto nel campo della prostituzione per alcune vetrine a luce rossa e con il temporaneo divieto dell’ingresso nel mondo del lavoro per bulgari e romeni.

La soluzione di impedire la vendita di droga leggera serve solo a farla diventare illegale e quindi incontrollata. Non dimentichiamo che proprio grazie ai coffeeshop l’Olanda è scesa al quinto posto per morti causate dal consumo di droga pesante.

Ecco allora la proposta di Wernard Bruining: «La mia idea è che chiunque entri in un cannabisclub si lasci registrare, per esempio con un nickname o rilasciando le sue impronte digitali, così il proprietario del coffeeshop saprà di preciso chi vi entra e con che frequenza ( infatti se succede più volte al giorno si tratta di uno spacciatore). Inoltre si potrebbe attuare un maggior controllo per impedire l’accesso ai minorenni».