MILANO – Dalle dimensioni di una carta di credito, con tanto di banda magnetica e fotografia inserita all’interno della plastica, doveva essere il fiore all’occhiello della nuova era digitale amministrativa. Ed invece la carta di identità elettronica, lanciata ufficialmente nel marzo del 2001 in 138 comuni e che nel giro di un lustro avrebbe dovuto sostituire il vecchio documento cartaceo ingombrante e facilmente deperibile, si sta rivelando un fiasco e anche una beffa per chi l’ha ottenuta. E non solo per il costo (circa 25 euro contro i 5 del vecchio documento) e le difficoltà di produzione, ma anche per il rinnovo e il rischio, in caso di scadenza e proroga, di non poter andare all’estero, Europa compresa.

CORREZIONI IMPOSSIBILI – L’ultima tegola, quella che sta creando problemi anche all’estero, è arrivata con il raddoppio della scadenza: da cinque a dieci anni. Una cosa vantaggiosa per il cittadino, ma non per quello attrezzato con la nuova carta sulla quale è impossibile fare timbri o correzioni. Il 2 luglio il ministero dell’Interno ha inviato una circolare con la quale si “risolve” il problema aggiungendo al documento un certificato cartaceo, valido a tutti gli effetti di legge, che ne attesta la proroga. Il foglio, assai ingombrante, deve essere conservato ed esibito insieme alla card. Insomma, una carta elettronica con foglio allegato. Come dire, futuro e archeologia uniti in un mix unico e ingombrante.

CON LA PROROGA DI CARTA NON SI ESPATRIA – Il disguido adesso rischia di trasformarsi in beffa. Il foglio di proroga infatti non piace a molti Paesi stranieri. E lo stesso ministero ha inviato ad alcuni comuni una circolare, la numero 20 del 21 agosto 2009, nella quale si avvertono che alcune nazioni, tra le quali Egitto, Croazia, Tunisia, Turchia, Romania e Svizzera, hanno difficoltà a riconoscere il doppio documento. Un elenco destinato ad aumentare. Anche Londra è perplessa. Come racconta Luca Ferdinetti, 27 anni, toscano, che da due anni lavora nel Regno Unito. «All’aeroporto la polizia inglese mi ha detto che sarebbe stata l’ultima volta che mi avrebbero fatto passare – racconta – e anche il consolato italiano mi ha avvertito che il foglio non è valido perché tutti lo avrebbero potuto stampare via Internet». La cosa più sconcertante è che, prima della bocciatura straniera al rimedio italico, chi previdentemente aveva chiesto di cambiare il documento e pagare il balzello di 25 euro in alcuni sportelli comunali aveva ricevuto un secco “no” e il conseguente foglione da allegare. Ora i comuni si stanno adeguando. Si può chiedere il duplicato, però si deve pagare.

Fonte: http://www.corriere.it/cronache/09_sett … print.html