Poche regioni al mondo hanno una zona carsica cosi vasta com’è racchiusa nel piccolo spazio tra il mare del golfo di Trieste e le Alpi…difatti ho già trattato sul blogghino delle Grotte di Skocjan…Dicevamo la parola Carso deriva dal nome della regione slovena Kras. Il Carso è caratterizzato da un mondo sotterraneo di grotte e fiumi. I corsi d’acqua dapprima scorrono sulla superficie, poi svaniscono e riappaiono nuovamente in un altro luogo. Dentro le grotte che i fiumi hanno scavato ci sono delle fantastiche formazioni calcaree – le stalattiti e stalagmiti – che si sono sviluppate durante milioni di anni.

Le più famose grotte sotterranee slovene e più note al mondo…sono le grotte di Postumia (Postojna), aperte al pubblico nel 1818, dopo che un abitante del luogo ebbe scoperto le parti interne delle grotte, scavate dal fiume sotterraneo Pivka, e i suoi giganteschi saloni sotterranei. Le grotte misurano 16 chilometri, e i visitatori possono fare con il trenino elettrico cinque chilometri di gallerie e saloni.

La visita delle grotte dura un’ora e mezzo.
BIGLIETTI: Adulti 19,00 €. Studenti 16,00 €. Ragazzi (5-18 anni) 12,00 €. Bambini (0-5 anni) 1 €.
Orari delle visite delle grotte di Postumia nei mesi: Nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, novembre, dicembre ogni giorno alle 10.00, 12.00, 15.00. Nei mesi di aprile, ottobre ogni giorno alle 10.00, 12.00, 14.00, 16.00. Nei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto ogni giorno alle 9.00, 10.00, 11.00, 12.00, 13.00 , 14.00, 15.00, 16.00, 17.00, 18.00. Nel mese di settembre ogni giorno alle 9.00, 10.00, 11.00, 12.00, 13.00, 14.00, 15.00, 16.00, 17.00. La visita viene effettuata con guida in lingua slovena, inglese, italiana e tedesca.

Itinerario nelle grotte di Postumia

L’interno, in parte illuminato da riflettori, è pieno di umidità con una temperatura di 8-10 C. Il trenino comincia nel braccio orientale, con un percorso bellissimo. Si può vedere il lavoro dell’acqua attraverso i millenni: la formazione di stalattiti e stalagmiti e il loro incontro, la trasparenza delle rocce, i vaporosi scenari alle pareti e la straordinaria complessità dei velari che sembrano onde pietrificate.

I nomi dati alle cavità provengono dalle caratteristiche della caverna: Grande Sala, la Grotta dei Nomi Antichi con scritte dei visitatori del sec. XIII; la Sala del Congresso dove si è tenuto il congresso internazionale di speleologia nel 1965; il Grande Monte dove termina la corsa il trenino per proseguire a piedi; la Sala dei Concerti dove si tengono concerti sinfonici, con un bar e un negozio di souvenir; la collina della Grotta del Calvario; la Grotta del Diamante, questa stalagmite è il simbolo delle grotte di Postumia; le Grotte Belle o del Paradiso, a cui si accede dal Ponte dei Russi, colorate concrezioni di indescrivibile bellezza; il Grande Sipario, una cortina calcarea di pochi millimetri di spessore

JAMI IL DRAGHETTO DELLE GROTTE DI POSTUMIA
Una volta, lontano nei tempi, vivevano in fondo alle Grotte di Postumia draghi mostruosi che sputavano fuoco dall’enorme bocca. I draghi furono per lunghi secoli lo spavento della gente di Postumia, finché un giorno il fiume Pivka s’ingrossò tanto da riempire la grotta portando via tutti i draghi, tranne uno, il draghetto Jami.

Jami il draghetto non era un drago come gli altri, cattivo e pericoloso. Era piccolo, gentile e di buon cuore. Amava il sole e i fiori. Voleva giocare a palla o a nascondino con i bambini, ma loro avevano paura di lui. Così, costretto a vivere solo, divenne sempre più triste.

Un giorno, mentre si sentiva particolarmente solo e afflitto da una gran malinconia, gli si avvicinò un piccolo coleottero, con il collo molto lungo e le gambe lunghe e sottili,che gli spiegò di essere il coleottero Collominuto e gli propose di diventare amici. Per distrarlo gli raccontò che nelle grotte vivevano molti altri animaletti. Fischiò tre volte e da dietro le stalagmiti e le stalattiti fecero capolino altri coleotteri, cincindelidi, ragni, chiocciole acquatiche … erano tanti e il draghetto, felice e stupito, stette ad osservare questo improvviso raduno.

Presto fecero amicizia e gli animaletti pregarono Jami di aiutarli. Giù, negli abissi delle caverne misteriose delle Grotte di Postumia, il coleottero e i suoi amici custodivano giorno e notte un tesoro di perle ipogee. Il tesoro faceva gola a molti, ma il più avido e il più pericoloso era lo gnomo Guizzo.

Jami, felice di aver trovato nuovi amici, promise di fare la guardia alle perle, ma dopo un po’, rimasto solo, sdraiato sulle casse, si lasciò vincere dal sonno e cominciò a russare così forte da far tremare le pareti.

Sentito l’insolito rumore, Guizzo decise di scoprire da dove proveniva e chi lo provocava.

Lo gnomo non si spaventò alla vista del draghetto addormentato. Pian pianino si avvicinò alle casse per rubare qualche perla ma Jami si svegliò e lo afferrò. Guizzo, vedendo che non poteva liberarsi dalla stretta del drago, si mise ad implorare di lasciarlo andare, promettendogli di ricompensarlo riccamente, poiché con le sue virtù magiche poteva esaudire ogni suo desiderio. Jami, pensando a come si era sentito solo non potendo giocare con i bambini, confidò a Guizzo che desiderava diventare un uomo.

Benché non avesse nemmeno la minima idea come risolvere il problema, Guizzo accettò senza indugio la proposta di Jami. Ripeté più volte le parole magiche e tutto ad un tratto si udì uno scoppio fragoroso, mentre un’enorme e densa nube di fumo riempiva la grotta. Il draghetto si accorse che il suo corpo si stava assottigliando e rimpicciolendo.

Collominuto, sentito il fragore, s’affrettò verso la pozzanghera e con sua viva sorpresa scoprì che Jami s’era trasformato in un minuscolo drago con la pelle umana.  A dire il vero, sembrava un pesciolino umano.

Da allora il draghetto Jami trasformatosi in pesciolino umano vive nelle acque delle Grotte di Postumia, si vede con gli altri animaletti e custodisce le perle della grotta.

E cosa è successo a Guizzo? Grazie all’incantesimo, è sparito per sempre nelle scure profondità delle grotte e sicuramente non lo incontrerete mai, ma ascoltando bene, potrete sentirlo in lontananza guizzare qua e là – guizz-guazz, guizz-guazz – e saltare da una stalagmite all’altra.