“Ma gli inceneritori sono nocivi. L’unico rimedio è la raccolta differenziata”. A parlare è il primario di oncologia del Pascale di Napoli Giuseppe Comella che parteciperà al Giorno del rifiuto 

Oramai ci siamo. Come annunciato da diverso tempo, sabato 23 febbraio si svolgerà il Giorno del rifiuto per lanciare pacificamente un grido di aiuto alle autorità, locali e non, affinché il clima elettorale che si respira non offuschi ancora una volta la mente dei politici. La situazione in Campania è sempre più al collasso, ma quali sono i rischi dei cittadini in correlazione con l’avvelenamento del territorio a seguito di decenni di sversamento di rifiuti tossici e industriali?

Per chiarire alcuni dei dubbi che maggiormente ci attanagliano abbiamo parlato col dott. Giuseppe Comella, primario di oncologia medica all’ospedale Pascale e capo del Dipartimento di terapia medica dell’Istituto nazionale dei tumori di Napoli: “Nella primavera del 2007 Guido Bertolaso presentò una relazione dettagliata della mappatura delle discariche in Campania, in particolare nelle province di Napoli e Caserta – ci spiega il dott. Comella – All’oggetto dello studio c’erano state le discariche, legali o illegali, per stabilire l’incidenza sia della mortalità a causa dei tumori che le malformazioni congenite dei feti”.

Il famoso triangolo della morte è stato preso in esame? Quali sono state le conclusioni di tale studio?

Più che triangolo della morte, allo stato attuale parlerei di quadrilatero doppio. I territori in questione, infatti, sono stati divisi in gruppi per livello di pericolosità in un range che oscilla da 1 a 5 (che è il più pericoloso). Otto comuni sono risultati livello 5: quattro nella provincia di Napoli (Bacoli, Giugliano, Acerra e Caivano) e quattro in quella di Caserta (Villa Literno, Castel Volturno, Aversa e Marcianise). Qui si è riscontrato che la mortalità per cancro è maggiore del 4%. Entrando nel particolare il tumore al polmone incide del 7% in più nella donna e del 9% in più nell’uomo, i tumori al fegato e alle vie biliari incidono del 19% in più nelle donne e del 29% negli uomini e allo stomaco del 16% nelle donne e del 17% negli uomini. Inoltre è stato riscontrato un trend di aumento di leucemie e linfomi.

E per quanto riguarda le malformazioni congenite dei feti?

In un’ottica generale c’è un’ incidenza del 5%, però se va analizzata in alcuni casi cresce a dismisura, ad esempio malattie del sistema nervoso salgono anche all’83%. Tuttavia questi sono i dati del 2002; il responsabile dell’istituto superiore della Sanità, Donato Greco, ha dichiarato che presto saranno presentati dati nuovi che fortunatamente subiscono un ridimensionamento in senso positivo.
 

Si possono mangiare frutta e verdura?

La Coldiretti ha intensificato i controlli (qui), ma è bene sapere la provenienza di frutta e verdura, perché se sono state coltivate in una zona a rischio potrebbero aver avuto nei pressi una falda acquifera inquinata. Va anche dato un occhio alla provenienza di latte e derivati come la mozzarella, infatti nei grandi allevamenti agli animali vengono dati alimenti industriali e non del territorio. Insomma bisogna fare grande attenzione.

Secondo lei qual è le soluzioni da adottare?

Sono sicuro che la raccolta differenziata, ben fatta, sia l’unica insostituibile soluzione. Basta un po’ di buon senso e tanta organizzazione, ma la si può fare.

E i tanto discussi i ceneritori non potrebbero essere un escamotage all’emergenza?

Assolutamente no, anzi sarebbero nocivi. Basti sapere che l’ordine dei medici di Bologna ha chiesto di non costruire altri inceneritori nella regione, così come in alcune zone della Francia. Sono contrario agli inceneritori per due motivi: il primo perché l’inceneritore, come dice la parola, produce cenere, di cui ¼ sono residui combustibili ricchi di diossina; il secondo perché sprigionano delle nanoparticelle, più piccole di un virus, che sono molto sottili e difficili da captare ma che come conseguenza portano cellule malformate del DNA.

Immaginiamo dunque quello che comportano i continui roghi che si diffondono di zona in zona negli ultimi tempi…

Certo sono pericolosissimi, il rischio è altissimo perché il tasso di diossina sprigionato è incontrollato. Bisogna sensibilizzare i cittadini anche in questa direzione in modo da non aggiungere al danno anche la beffa di malattie respiratorie. 

Fonte: noiconsumatori.it