Quando nasce sul sito missbimbo.com, la bambola ha l’aspetto di una bella ragazza alta, con i capelli castani, mossi e raccolti in una coda morbida, vestita – o meglio, svestita – con un completo di biancheria intima microscopico, bianco. Ma alla fine del gioco questa Barbie virtuale dovrà essere ben diversa: dovrà avere capelli biondo platino e vestiti all’ultima moda, un bel gruzzolo in banca portato da un lavoro molto “cool” o, preferibilmente, un fidanzato danaroso, ma soprattutto una forma fisica perfetta. Detto in altre parole, deve dimagrire di almeno un paio di chili e acquistare una taglia di reggiseno in più, come si premura di specificare fin da subito la pagina riassuntiva degli obiettivi da raggiungere: il tutto per diventare “la bambola più bella, modaiola e famosa del mondo”.

E’ questo il mondo sexy e spietato in cui si muovono i giocatori di “Miss Bimbo”, il gioco online in cui gli utenti creano un avatar-bambola da nutrire, vestire e rendere perfetto, in una competizione senza esclusione di colpi: per sbaragliare la concorrenza delle altre bambole vale tutto, anche acquistare per la propria “miss virtuale” interventi di chirurgia estetica e magiche pilloline bianche e rosse che promettono di far dimagrire in fretta e bene.
Una modalità di gioco che ha messo in allarme i genitori di mezzo mondo, visto che a “Miss Bimbo” giocano soprattutto bambine e ragazzine fra i 9 e i 16 anni: il sito, che ha raccolto finora un milione e mezzo di utenti in Francia e Gran Bretagna e promette di raggiungere un analogo successo anche negli Stati Uniti, è stato duramente criticato da associazioni dei genitori, dietologi e psicologi, che lo accusano di essere un serbatoio di modelli sbagliati e pericolosi.

Nick Williams, 42 anni e due figlie di 9 e 14 anni, entrambe appassionate utenti di Miss Bimbo, è uno dei tanti genitori che si sono allarmati dopo aver sentito le proprie figlie discutere dell’opportunità di acquistare per le proprie bambole virtuali un intervento di plastica al seno o un lifting: “La mia bambina più piccola è troppo giovane per occuparsi di cose come queste”, protesta Williams, “Ed entrambe sono facilmente influenzabili, alla loro età, riguardo a cosa è giusto e divertente”.
I dietologi hanno invece attaccato il modello alimentare proposto, che invita le giovani giocatrici a sottoporre le proprie bambole a diete da fame e cure di pillole miracolose per mantenere la linea e spingerebbe verso l’anoressia e altri disturbi alimentari.

Ma il sito nasconde anche un’altra insidia: l’iscrizione è gratuita, ma per comperare abiti, cure di bellezza, servizi e quant’altro serve a rendere la propria eroina bella e popolare servono i “bimbo dollar” e, quando il gruzzolo iniziale di 1000 unità è terminato, è possibile acquistare nuovo credito inviando sms che costano 3 dollari ciascuno. Morale: un papà inglese ha fatto causa al sito dopo aver ricevuto una bolletta telefonica di oltre 200 dollari, per colpa dei messaggi inviati dalla figlia ignara del costo del servizio di “bimboricarica”.

Ma Nicholas Jacquart, il web designer britannico che ha inventato il gioco, parla della sua creatura come di un “divertimento innocuo” e respinge le accuse: “Non ha una cattiva influenza sui bambini, anzi, insegna loro qualcosa sul mondo reale”, sostiene Jacquart, “Le operazioni di plastica al seno sono solo uno dei tanti elementi del gioco e non incoraggiamo certo le ragazzine a sottoporsi a questi interventi: noi riflettiamo semplicemente la vita reale”.

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