Saintes Maries de la mer, è in Camargue ( Francia meridionale) e il 24 e 25 maggio verà festeggiata Santa Sara…la protettrice di tutti gli zingari e i nomadi del mondo…festa di abiti sgargianti, musiche gitane, bianchi cavalli, corride e tanto altro..Ogni anno si riuniscono in questa cittadina Rom, Manouche e Gitani per celebrare tutti insieme la loro santa patrona, alternando momenti di profonda credenza e fede a momenti di vera festa e giubilo con canti, balli e danze.L’occasione per incontrare e conoscere meglio il “Popolo del Vento” è partecipare al Pélerinage des Saintes (Pellegrinaggio dei Gitani) durante la festa per Sara la Nera, protettrice degli zingari. Sabato 24 maggio, la statua, addobbata con mantelli e vestiti di seta, viene portata a spalla dagli zingari attraverso le vie della città fino all’arenile, dove viene immersa per tre volte nel mare, per ottenere la benedizione, seguita dai gitani e accompagnata dal grido di “Vive les Saintes Maries” contrapposto al grido “Vive la Sainte Sarah”. Il corteo è preceduto da Guardians a cavallo (i butteri della Camargue).

I Gitani e la Festa di Sara
Afferma la tradizione che all’alba della nostra era una fragile imbarcazione venuta dalla Terrasanta si arenò sulle rive della Camargue. Non tutto il piccolo popolo di profughi si disperse però nell’interno: due sante, Maria Salomé e Maria Jacobé, si fermarono nel luogo dell’approdo e ad esse la città deve il suo nome. Una tradizione antica, il cui fascino perdura in mille testimonianze, prima fra tutte la splendida chiesa di Nostra Signora del Mare, che delle due Marie conserva le spoglie. Anche della vita di Sara la Nera, che gli zingari hanno eletto loro protettrice, si sa poco: la leggenda racconta appunto che le due Marie, una sorella della Vergine e l’altra madre degli apostoli Giacomo e Giovanni, furono abbandonate al largo delle coste della Palestina su una barca senza vele, senza remi e senza viveri. Le salvò Sara, giovane egiziana dalla pelle scura, loro serva: gettato il mantello nell’acqua, questo, per miracolo, si trasformò in barca, permettendo a Sara di guidare il gruppo di esuli in Camargue. Qui i compagni si divisero per evangelizzare questa terra, mentre le due Marie rimasero sul posto insieme a Sara, che per poterle aiutare mendicò. Il culto delle Sante fu consacrato nel 1448 per volontà di Re Renato, mentre Sara invece non fu mai riconosciuta Santa dalla Chiesa cattolica e, forse per via delle sue origini umili, per il colore della pelle o perché mendicava, divenne la protettrice degli zingari che ogni anno, il 24 maggio, si radunano a Saintes Maries de la Mer per festeggiarla.
Questa è la leggenda, ed è dentro di essa che la grandissima festa trova la sua infinita energia spirituale. Gli zingari venerano la statua di Sara la Nera con crescente misticismo: la baciano, la vestono, la toccano, la incoronano, la acclamano fino a portarla a spalle fuori dalla cripta, accompagnandola in processione fino al mare, dove la immergono tre volte, per purificarla. Dicono infatti che, dopo averla toccata e ritoccata per un anno intero, la statua si carichi di energia negativa, visto che la maggior parte di quelli che si recano da lei ha problemi da risolvere: l’acqua quindi scarica questa sorta di forza contraria e tutto ricomincia. La processione si riversa per le viuzze del paese e i devoti si dirigono verso la spiaggia per assistere al momento solenne della cerimonia: le donne sono vestite come tante madonne e in riva al mare i musicisti intonano le struggenti melodie zigane.
Il 25 è invece il turno delle due Marie: dopo la cerimonia in chiesa e la discesa dei reliquiari, la barca su cui troneggiano le statue delle Sante viene scortata dai pellegrini e dai Guardians, i cavalieri camarguesi. La meta è la stessa, il mare, a ricordare il giorno in cui le Sante approdarono su quelle rive: i portatori entrano in acqua e il vescovo, a bordo di una barca di pescatori, benedice il paese e i pellegrini. La processione risale allora verso la chiesa, dove brillano ancora le centinaia di ceri accesi dai devoti. Alla sera canti e danze si svolgono in ogni luogo e bastano un paio di chitarre per creare un’atmosfera carica e particolare.Fonte